Ma più ancora della loro perfezione approvano il nostro piano le altre doti. E chi può essere mai più atto a servire d'ajuto e sollievo ai Chierici secolari di quelli che sono stati istituiti per questo? chi può meglio servire la S. Sede in qualità di suo special delegato di uno che da lei sola dipende, e vi resta soggetto in modo speciale? Io non voglio detrarre al clero secolare punto di quella lode che si è meritata col valore di tant'uomini sommi in probità e dottrina, e che nella sublimità e grandezza punto non cedono al merito dei Regolari: dico solo che se leggerete la bell'orazione composta dal Padre Segneri in favore di questi, e se entrerete in qualunque discreta libreria, e vi farete a considerare lo stato e la condizione degli autori che la compongono, vi vedrete per lo più costretto di preferire questi a quelli. Quand'anche però in tanta disuguaglianza di numero tra l'uno e l'altro ceto vi restasse qualche divario, non [340] sarebbero ciò non ostante nell'impiego del S. Officio da posporsi i Regolari ai Chierici secolari e per la speciale loro subordinazione e dipendenza dal Romano Pontefice e pel totale loro disimpegno da ogni cura terrena e per l'umile e disagiata vita che professano e per l'estensione in fine e vasti stabilimenti de' rispettivi loro istituti, che sono le altre doti tutte caratteristiche e proprie de' Regolari. Li rende la prima più disposti a sostenere una tale delegazione senza gelosia delle diverse diocesi, alle quali si stende per ordinario la loro giurisdizione, senza contrasto de' diversi gradi che al clero secolare appartengono, senza difficoltà di fissare in uno piuttosto che in altro luogo la loro residenza, e senza risentimento di alcuno se uno piuttosto che un'altro ministro subalterno venga scelto ne' vicini distretti.
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