Usano stivaletti rossi e curti, che a pena toccano il ginocchio, e portano le scarpe ferrate di chiodi di ferro; hanno le camice intorno al collo con varii colori lavorate, e quelle con monili o bottoni d'argento, o vero di rame indorato, con perle adornano. Non si cingono il ventre, ma piú giú, accioché tanto piú il ventre appaia di fuora: il che al presente eziandio Italiani, Spagnoli e Germani sogliono fare.
Li giovani, e parimente li putti, nelli giorni festivi in un certo luogo grande e celebre della città, dove possono essere veduti e uditi da molti, sogliono radunarsi; e ivi, con certo cifigliare e altri segni, s'accennano uno a l'altro, e subito chiamati corrono là, e con le mani azzuffandosi, con le pugna cominciano la guerra, e dapoi con li piedi, e con grandissimo impeto la faccia, la gola, il petto, il ventre e le cosce e le gambe percuotono, e in qualunque modo possono, combattendo per restare vittoriosi, quelli buttano per terra, tanto in ciò affatticandosi che spesse volte mezi morti sono cavati fuori di là. Chi ne vince piú e piú longamente dura nel teatro, e fortissimamente tollera le battiture, piú che gli altri è lodato e tenuto per vittorioso celebre. Questa sorte di combattere è stata ritrovata acciò che li giovani s'usino a sofferire le battiture e le percosse d'ogni sorte.
Esercitano grandissima giustizia contra li ladri: li quali presi, la prima cosa gli spezzano li calcagni, dapoi li lassano stare cosí per due o ver tre giorni, insino a tanto che quelli si enfiano; dapoi che sono rotti e infiati, di nuovo comandano che spesse volte siano mossi.
| |
Italiani Spagnoli Germani
|