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      Inoltre, che l'Inquisizione non potesse più pubblicare Editto alcuno proveniente da Bolla, o Breve Apostolico senza il Regio assenso, ne tampoco indice generale o espugatorio di libri proibiti ed eccettuati senza darne parte a S.M. per mezzo del Segretario di grazia e giustizia, e in mancanza di questo pel' dipartimento della Segreteria di Stato(37). Malgrado ciò, però l'Inquisizione ha per anche credito grande ed autorità in Spagna, e testimone ne può essere D. Paolo Olavides uno de' più bei talenti e svegliati ingegni della Monarchia, il quale popolate avendo alcune valli assai fertili nelle così dette montagne della Sierra Morena, che separano la Castiglia dall'Andalusia, chiamandovi diversi esperti agricoltori Tedeschi di religione Protestante, che in poco tempo ridussero a cultura quelle desolate contrade fabbricandovi comode case, e aumentando i sudditi del Re, cadde per ciò in sospetto del Santo Ufizio, e venne arrestato, e non si sarebbe così prestamente tolto d'intrigo, se da benefica mano non gli fosse stato dato l'adito alla fuga, godendo ora il cospicuo posto di Segretario del Conte di Aranda Ambasciatore di S.M. Cattolica alla Corte di Francia.
      L'Inquisizione fu dopo il 1523. introdotta in Portogallo sotto il Re Giovanni III. figlio di Emanuelle il Grande, che le avea sempre negato l'ingresso. Ma siccome le massime degli Inquisitori riempirono d'orrore la Città di Lisbona, che a que' tempi, più che al presente, era l'emporio di tutte le nazioni, avendo quel Principe fatta reflessione alle rimostranze fattegli da suoi Ministri, pubblicò un'Indulto generale in favore di coloro, che accusati erano di Giudaismo, e fatte aprire le carceri gli rimesse tutti in libertà. Per più di un mezzo secolo il S. Ufizio restò in Portogallo ne' suoi giusti confini, ma dopo che Filippo II. Re di Spagna ebbe conquistato quel Regno nel 1580. vi estese e propagò la sua autorità anche con maggior dispotismo e indipendenza che in Spagna sotto un Inquisitor Generale a parte.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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