Il Testimone R. Ricercato in che concetto avesse il Crudeli, rispose averlo stimato sempre un buon Cattolico, e che per molto tempo, che l'aveva praticato non aveva scoperti in lui sentimenti da fargli credere il contrario, così che si maravigliava assai della disgrazia, nella quale era caduto; questa testimonianza fatta da un Gentiluomo di onestà, e di credito, anzichè aggravare il querelato come si desiderava, lo difendeva, alterò talmente il Processante, che alzatosi in piedi proruppe a dirgli, VS. però non gli darebbe un suo Figlio a educare, al che rispose il Testimone,(70) certo che io non darei il mio Figlio a educare al Crudeli, ma questo nulla detrae di stima al medesimo, perchè di 100. Preti che saranno in Firenze a quali regolarmente, e non a Secolari, quale è il Crudeli, si danno ad educare i ragazzi, non ne saprei sceglier sei, per l'educazione di uno dei miei Figlioli, dalla qual risposta tanto favorevole al Carcerato ne restò ingegnosamente cavata una prova totalmente opposta per dimostrare la di lui diffamazione, essendo stata posta nell'estratto del Processo questa proposizione, seccamente, ed in estratto come detta dal Testimone R. cioè, che non gli darebbe un suo Figlio ad educare, la quale congiunta con alcune altre scritte dal Cancelliere del S. Ufizio, ma non proferite dal testimone R., averebbe potuto nuocere al Carcerato, se il caso non avesse per impensate vie scoperto il grossolano artifizio de' Padri del S. Ufizio.
Il Denunziante A. che era un Prete pedante, nemico capitale del Crudeli, e ladro, come costa per fedi soscritte da persone degne di tutta la credenza, accusa l'inquisito nel suo primo esame di alcune proposizioni supposte(71) dette in una Villa all'Improneta, ma che negate dal Carcerato, e da tutti i Testimoni Fiscali dati per contesti, e che sebbene fossero state provate non meritavano più che una semplice riprensione, così l'Inquisitore nella repetizione di sì degno Testimone, e Denunziante, n'aggiunse di sua invenzione alcune altre affatto ereticali, e degne di ogni più severo gastigo ponendole in bocca al medesimo, ma perche false ne mai proferite dal querelato furono smentite da tutti i Testimoni dati per informati di esse dal supposto accusatore, avendo però il P. Reverendissimo negli esami fatti al Crudeli contestato fra gli altri nuovi reati, de' quali si pretendeva addizzionalmente accusato, nella repetizione di questo ideale querelante, che esso inquisito in cambio di andare alla Messa ne' giorni festivi andava alla caccia del paretaio, al che rispose l'inquisito che questa circostanza convinceva apertamente della falsità del denunziante, la quale si poteva provare col mezzo inconstratabile di una negativa coartata, mentre due sole volte era stato all'Improneta, una volta 15. anni addietro nel mese di Maggio, l'altra otto anni sul finire d'Agosto, tempi ne' quali non v'è chi non sappia, che la caccia del paretaio è affatto fuori di stagione; questa inaspettata risposta, che faceva conoscere al Padre Inquisitor di aver mal' corredata la sua calunnia, mosse il medesimo per salvare alla meglio in questa parte la sua impostura a mutare nel detto estratto del Processo le parole "andava al paretaio" in quelle "andava a spasso" onde restasse tolto al querelato il modo così ovvio di provare calunniosa l'accusa, col far costare di non essere mai stato nella Villa del Pasqui all'Improneta in tempo di paretaio, non sapendo nemmeno il Crudeli il luogo ove era situato il mentovato Paretaio, come provò con fedi autentiche di più persone maggiori d'ogni eccezione trasmesse alla Sacra Congregazione.
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