Quando però mi fui accorto di un chiacchierio poco incoraggiante tra i miei propri uomini e finalmente parecchi altri sopraggiunti in quel momento - forse istruiti dal Kaimakam o dal latore della lettera - ebbero confermato la notizia ed asseverato sul serio, che 200 Orfella ci attendevano sulla strada per mangiarci (47), credetti miglior partito di far alto. Avrei voluto piegare verso ponente per cercar di raggiungere i Beni Ulid, evitando la strada maestra delle carovane, ma dovetti rinunciarvi, perchè i miei uomini dichiararono che neanche là saremmo scampati agli Orfella. E tutto ciò fu poi scoperto non essere altro che menzogna ed inganno!
Ma io non poteva saperlo, e sulle mie genti, ad eccezione dei quattro tedeschi, non v’era a fare assegnamento. Essi avrebbero forse (?) potuto essere utili contro i Negri e i Kafir (miscredenti), mai però contro i loro propri compatrioti e correligionari. Diedi perciò ordine di ritornare indietro, poichè, a mio avviso, non era prudente, col tentare di aprirci la strada combattendo, porre a repentaglio sul bel principio l’esistenza della spedizione.
Valicando l’Uidian Mader e l’Ushtata, ci ritirammo nell’Uadi Tessiua. Nelle vicinanze eranvi parecchi duar dei Tarrhona, cosicchè potevamo qui considerarci sicuri, la tribù dei Tarrhona, per le sue relazioni commerciali, essendo intieramente nelle mani del governo. Ed il giorno dopo continuammo la nostra ritirata per la pianura di Rummt a vista del Gebel Smim el-Barkat e per l’Uadi el-Hoatem, che si scarica nell’Uadi Scersciara, sino al Gasr dello stesso nome, residenza officiale del Kaimakam turco.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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