Brugsch, il quale non ammette l’anno vago neppure per l’uso civile. Non sarà dunque inopportuno esaminare i fondamenti di questa varietà d’opinioni. Sarebbe stato più logico far ciò prima di entrare nelle discussioni relative all’anno vago; ma la disamina che stiamo per intraprendere domanda la cognizione di più cose che soltanto in quelle discussioni hanno potuto essere convenientemente sviluppate.
ALL’EPOCA IN CUI SCRIVEVA CENSORINO (+238), L’ANNO VAGO DOVEVA ANCORA PREVALERE IN EGITTO PRESSO GLI INDIGENI DI ORIGINE NON GRECA; PERCHÈ, SENZA NOMINARE L’ANNO FÌSSO OD ALESSANDRINO USATO DAI GRECI, EGLI DICE DEGLI EGIZIANI: CORUM ANNUS CIVILIS SOLOS HABET DIES CCCLXV SINE ULLO INTERCALARI. LO STESSO CONCLUDIAMO DI TOLOMEO, IL QUALE, COME NATO NELL’ALTO EGITTO, DOVEVA BEN CONOSCERE GLI USI POPOLARI INDIGENI: NELL’ALMAGESTO EGLI FA USO CONTINUO DEL CALENDARIO VAGO, ALLE DATE DI ESSO AGGIUNGENDO SEMPRE LA QUALIFICAZIONE ???? ??????????, SECONDO GLI EGIZIANI, SENZA PIÙ. EVIDENTEMENTE AVREBBE PARLATO DELL’ANNO EGIZIANO FISSO SE QUESTO FOSSE STATO IN USO. MA L’ANNO ALESSANDRINO ERA SOLTANTO ADOPERATO DAI GRECI (???? ????), COME ATTESTA TOLOMEO117, E TEONE, NEL CITARE LE DATE DI QUEST’ANNO, USA SEMPRE LE PAROLE ???? ???????????, SECONDO L’USO D’ALESSANDRIA, RISERVANDO ALLE DATE VAGHE L’APPELLAZIONE ???? ??????????. MA V’HA DI PIÙ. NEL CORSO DELLA SUA GRANDE SINTASSI TOLOMEO CITA LE OSSERVAZIONI DI VARI ASTRONOMI A LUI ANTERIORI, USANDO GENERALMENTE IL COMPUTO IN CUI CIASCUN ASTRONOMO AVEVA ESPRESSO LE SUE OSSERVAZIONI. ORA LE OSSERVAZIONI D’IPPARCO NON SOLO, MA ANCHE QUELLE DEI CALDEI, SONO RIFERITE NELLE DATE DELL’ANNO VAGO; IL CHE PROVA PER NOI CHE GIÀ IPPARCO CONOSCEVA QUEST’ANNO, E CHE TROVANDOLO MOLTO COMODO PER GLI USI ASTRONOMICI, CONVERTÌ SECONDO IL COMPUTO EGIZIO LE DATE DELLE ANTICHE OSSERVAZIONI CALDAICHE.
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