Però anche questo sarebbe un criterio non infallibile, perchè potrebbe essere che i moti proprii si manifestassero solo con piccolissime differenze malgrado la loro diversità e la loro reale grandezza. Ma il carattere che risolutamente decide la questione è il fatto positivo che una stella gira attorno all’altra in un’orbita chiusa descritta secondo le leggi dello forze centrali.
Questa grande scoperta è dovuta pure a W. Herschel. Quando questo astronomo ebbe perfezionato i suoi strumenti fino a poter penetrare più di tutti i suoi predecessori nella profondità dello spazio, si propose di risolvere il problema delle parallassi stellari partendo dal principio di Galileo che vedremo fra poco. Scelse per questo varie stelle assai belle che egli trovò accompagnate da altre piccole vicinissime e non distanti che di pochi secondi. Ne misurò le distanze quanto meglio potè, e mediante un micrometro di sua invenzione determinò l’angolo che l’arco condotto per le due faceva col circolo orario, che chiamasi angolo di posizione[54]. Se eravi una parallasse annuale qualunque, essa dovea manifestarsi o nella variazione della distanza o nella variazione dell’angolo. Ma dopo molte ed accurate misure fatte in stagioni differenti, non potè scorgere nulla di sicuro, onde per allora abbandonò il soggetto. Avendo nel frattempo meglio perfezionato i suoi strumenti, tornò alla carica colla speranza di avere risultati più felici. Ma qual non fu la sua sorpresa in vedere che alcune stelle le quali prima gli erano apparse doppie ora erano divenute semplici, e che altre aveano notabilmente variato di posizione e di distanza!
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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Herschel Galileo
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