In questo luogo distante venticinque miglia all'ovest-sud-ovest da Pavia, quindici miglia al nord da Acqui, venticinque al sud da Novara, quindici all'oriente da Asti e quaranta da Milano, i Lombardi fondarono una città destinata a perpetuare la memoria del loro coraggio e del loro zelo per la causa della religione e della libertà; la quale città dal nome del capo della lega, e padre dei fedeli fu chiamata Alessandria. Per renderla più sicura fu circondata di larga fossa in cui si fecero entrare le acque dei vicini fiumi; e per farla ad un tempo potente per ricchezze e per gente, vi traslocarono gli abitanti de' vicini villaggi di Marengo, Garaundia, Berguglio, Unilla e Solestia; ai quali costruirono sufficienti case, e permisero di darsi un governo libero e repubblicano. Gli ammisero inoltre a partecipare di tutti i privilegi per cui i Lombardi avevano prese le armi, e determinarono il papa a fondare in favor loro un nuovo vescovado. Dopo un anno gli Alessandrini misero in campagna quindici mila combattenti di ogni arma198.
CAPITOLO XI.
Natura della lega lombarda. - Guerre dell'arcivescovo Cristiano luogotenente dell'imperatore contro le città libere. - Assedio d'Ancona. - Federico respinto avanti Alessandria, e battuto a Lignago; tregua di Venezia; pace di Costanza.
1168=1183.
Tutti gli affari della lega lombarda prosperavano; l'imperatore era stato vergognosamente scacciato dall'Italia ed abbassati i suoi partigiani, e tranne una sola città, ed un solo gentiluomo, avevano tutti dovuto abbandonare il partito reale ed abbracciar quello delle repubbliche.
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