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      Caddero in mano de' vincitori il carroccio de' Cremonesi, il tesoro della camera imperiale ricco di molto numerario, di corone, di giojelli, di vasi preziosi. La nuova città fu incendiata in modo, che non rimase pietra sopra pietra. Federico di ritorno dalla caccia incontṛ i fuggiaschi e fu con loro strascinato verso Cremona, inseguito dai vittoriosi Parmigiani fino alle rive del Taro82.
      Non molto dopo questa disfatta Federico ebbe avviso che suo figliuolo Corrado, cui aveva affidata l'amministrazione della Germania, era stato più volte battuto da Guglielmo, conte d'Olanda, coronato dal partito guelfo quale successore del langravio di Turingia, destinandolo alla dignità imperiale tostochè ne fosse spogliato Federico. L'imperatore, oppresso da tante calamità, chiese nuovamente la pace, interponendo i buoni uffici di san Luigi. Questi stava per imbarcarsi con i crociati; e siccome i Genovesi gli somministravano parte de' vascelli pel passaggio del mare, Federico, per avvicinarsi a lui, anḍ fino ad Asti, offerendo nuovamente la propria persona e le sue truppe per la difesa di Terra santa, a condizione solamente che gli fosse accordata l'assoluzione; ma l'inesorabile pontefice non voleva perdere verun frutto della sua vittoria. Per altro tanta ostinazione non era senza pericolo; essendovi alcuni, anche tra i signori francesi, che, compassionando le disgrazie di Federico, disapprovavano la condotta del clero. Quattro grandi feudatarj, il duca di Borgogna, quello di Bretagna ed i conti d'Angoulême e di saint Paul83 convennero tra di loro di metter limiti all'autorità giudiziaria che il clero aveva usurpata, e di proteggere coloro che venissero colpiti dalla scomunica, qualunque volta loro sembrasse ingiusta la sentenza degli ecclesiastici.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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