Ciò che è indubitato si è, soggiugne lo storico, che gli angeli la portarono sulle loro ali, e la deposero in una macchia appartenente ad una matrona di Recanati detta Lauretta, da cui questa casa ricevette poi il suo nome; che gli alberi delle foreste si piegarono verso di lei per riceverla, e che i pastori del vicinato la scoprirono all'indomani un miglio distante dal mare, in un luogo ove non aveva mai esistito verun edificio.» Se dobbiamo credere alle stesse leggende, gli angeli la cambiarono due volte di sito prima di fissarla stabilmente nel luogo in cui rimase fino a' nostri giorni, portandola da una all'altra collina67. Il miracolo, cui la fiorente città di Loreto deve la sua esistenza, non viene attribuito ad un tempo tenebroso, ma ad un secolo abbastanza illuminato ed a noi vicino; quando già vivevano Dante, il Villani, Dino Compagni, Tolomeo di Lucca, Ferreto di Vicenza, ed una folla di storici che non fanno parola di così straordinario avvenimento68. Non si può comprendere in qual modo una così fatta tradizione abbia potuto prender piede, e come all'epoca stessa di questa tradizione, i templi, le mura quasi romane, e l'intera città di Loreto siansi fondati su questa sola credenza.
La prima traslazione della santa casa dalla Palestina a Tersacto appoggiavasi ad un avvenimento pur troppo vero, la presa di san Giovanni d'Acri fatta da Malec Seraph, e l'espulsione assoluta dei Latini da tutti i possedimenti che avevano in Terra santa. Acri o Tolemaide fu presa il 19 maggio del 1291; vi perirono trenta mila cristiani, e questa città ch'era l'emporio generale di tutto l'Oriente, fu chiusa per sempre ai Latini69.
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