Soltanto nel Milanese la vittoria non erasi dichiarata per verun partito; e nel cominciare della campagna del 1315, Matteo Visconti, stretto dalla banda di Bergamo dai fuorusciti di questa città21, e dalla parte del Po dai Guelfi di Pavia, di Vercelli e di Alessandria22, fu in pericolo di perdere Bergamo, e costretto ad abbandonare la Lumellina ai nemici che la saccheggiarono. Ma il Visconti, che conosceva quanto quella della guerra, l'arte delle negoziazioni, accordò agli esiliati bergamaschi una pace vantaggiosa23, e volgendo tutte le sue forze contro i Pavesi, li ruppe la prima volta in luglio presso alla Scrivia, e nel susseguente ottobre s'impadronì per sorpresa della loro città24. La morte del conte Riccardo di Langusco, il capo de' Guelfi pavesi, la prigionia di molti signori della famiglia della Torre, il saccheggio e la ruina d'una città che doveva essere considerata come la capitale della parte guelfa in Lombardia, furono le prime conseguenze di questo avvenimento. Non tardò il terrore ad impadronirsi de' Guelfi, onde le città di Tortona e d'Alessandria si diedero volontariamente a Matteo Visconti25. Como, Bergamo e Piacenza erano di già a lui soggette, ed il partito ghibellino trionfò in quasi tutta la Lombardia.
Tale era lo stato delle fazioni, in Italia, quando venne creato in Lione papa Giovanni XXII. Roberto che aveva avuto una serie di sventure durante l'interregno della chiesa, volle allora sperimentare se col mezzo di un pontefice, che gli era affatto ligio, e coi soccorsi delle sue armi spirituali potrebbe restaurare quell'equilibrio che i suoi generali avevano lasciato distruggere.
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