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      Tutte le classi della nazione avevano prosperato sotto questo provido governo, e quanto più l'entrate dello stato venivano economicamente amministrate, vedevansi maggiormente crescere le ricchezze de' privati. La sola vista di Firenze annunciava l'opulenza de' cittadini. Deliziosi giardini circondavano la città, ed in quella ridente campagna ogni poggio era coronato da qualche edificio, ed ogni casa privata sembrava un palazzo. Entro la città l'architettura era ancora più magnifica, antichi monumenti, che ne formano anche al presente uno de' più vaghi ornamenti, univano la solidità e la maestà. Il lusso de' nostri antenati aveva su quello della presente età il vantaggio di essere destinato a durare lungamente. L'emulazione de' suoi cittadini nasceva da desiderio di gloria, onde aveva sempre innanzi agli occhi la posterità; la nostra non è che vanità, e, non cercando che l'ammirazione de' contemporanei, i nostri monumenti si distruggono in pari tempo che la nostra fama.
      La città di Firenze contava 25 mila cittadini atti alle armi; ritenuto per altro che l'obbligo della milizia durava dai quindici anni fino ai settanta; e l'intera popolazione ammontava a 150 mila abitanti435. Gli uomini atti alle armi nel territorio ammontavano ad 80 mila; mille cinquecento nobili erano subordinati alle ordinanze di giustizia, sessantacinque de' quali soltanto erano ordinati cavalieri. Le scuole di leggere e scrivere venivano frequentate da otto in dieci mila fanciulli; mille duecento studiavano l'aritmetica sotto sei maestri, e cinque in sei cento applicavansi allo studio della grammatica e della logica.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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