I Fiorentini in particolare fecero colle armi o col danaro i più considerabili acquisti. In agosto del 1359 assediarono Bibbiena, ricca borgata, che Pietro Saccone aveva in altri tempi tolta al vescovo ed alla città d'Arezzo, e che al presente era posseduta dai Tarlati suoi figliuoli550. I Fiorentini, che conoscevano l'importanza di Bibbiena per la difesa di Val d'Arno superiore, non lasciaronsi smuovere dalla ostinata resistenza degli assediati. Acquistarono i diritti del vescovo e della città d'Arezzo su questo castello551, ed il 6 gennajo del 1360 l'ottennero per capitolazione. Tre Tarlati e circa quaranta loro soldati furono fatti prigionieri552.
Marco, figliuolo di Galeotto, signore di san Niccola e di Soci, approfittò di quest'occasione per offrire senza condizioni i suoi due castelli alla repubblica. Era questo il più sicuro mezzo di venderli ad alto prezzo, e gli furono generosamente pagati553. Circa lo stesso tempo gli Aretini tolsero ai Tarlati Pieve a santo Stefano, Montecchio e Chiusi554; il castello di Serra si diede volontariamente ai Fiorentini, e mentre Pietro Saccone aveva nella lunga sua vita signoreggiati metà degli Appennini, e renduta formidabile a tutta la parte guelfa la sua famiglia, questa quattro anni dopo la di lui morte trovavasi ridotta nel più basso stato555.
Presso ai feudi dei Tarlati e sulla strada di Firenze a Pietra Mala, il conte Tano, della famiglia Alberti, possedeva i due castelli di Monte Carelli e di Monte Vivagni, ch'erano diventati asili di assassini.
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