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      Oh, nascondiamoci presto!
      — Non c’è ragione d’affrettarci, — disse tranquillamente Cassy. — Tutti sono alla caccia. Questo è il divertimento della sera. Fra un istante monteremo di sopra; ma ora, — soggiunse prendendo con risolutezza una chiave dalla tasca del pastrano che Legrée nella sua fretta aveva gettato là — ora prenderemo qualche cosa per far le spese del nostro viaggio. —
      Ella aperse lo scrigno e ne trasse un piego di biglietti di banca che rapidamente contò.
      — Oh, non facciamo questo! — esclamò Emmelina.
      — Perché? — rispose Cassy. — Volete che crepiamo di stento nelle paludi, o che ci procuriamo quanto occorre per giungere in uno degli Stati liberi? Il denaro è tutto, ragazza mia. —
      E così dicendo, si pose quei biglietti di banca in seno.
      — Ma questo è rubare! — disse Emmelina a bassa voce e con aria desolata.
      — Rubare! — ripeté Cassy con un ghigno sprezzante. — Coloro che rubano corpo e anima non hanno da rimproverarci cosa alcuna. Questi biglietti sono rubati a povere creature fameliche, sfinite, che da ultimo se n’andranno, per vantaggio di lui, all’inferno. Venga egli, se osa, a dirmi che gli abbiamo rubato! Ma via, sarà bene che montiamo nella soffitta. —
      Quando vi furono, Emmelina vide che una delle enormi casse di cui già parlammo era stata rivoltata da una parte, in modo che l’apertura guardava la parete. Cassy accese una lanternuccia, e andando carponi entrarono ambedue nella cassa.
      Ivi trovarono due piccole materasse con guanciali e coperte, una scatola piena di candele, varie provvisioni, e tutte le vesti necessarie per il loro viaggio, che Cassy aveva accomodate in pacchi di una mirabile piccolezza.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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