«Occorre dunque il consenso degli interessati per l'investimento delle somme anzidette. L'Assemblea di stasera è chiamata a pronunciarsi pro o contro. Sarà una Assemblea numerosissima. Vi parteciperanno tutti gli equipaggi delle navi in porto: dal comandante al mozzo, dal capo macchinista al carbonaio, dal commissario al piccolo di camera. Gli ufficiali radiotelegrafisti saranno legalmente rappresentati. La famiglia marinara si troverà riunita al completo e prenderà la decisione che meglio crederà opportuno.
«Qualunque essa sia, sarà rigorosamente applicata ed osservata. Se, come crediamo, l'Assemblea desidererà che l'aumento ottenuto per caro viveri sia investito in azioni della «Garibaldi», tale decisione sarà considerata come se presa da tutta la Gente di Mare. Così prescrive la disciplina federale, così prescrive qualsiasi disciplina regolante la vita di un'organizzazione conscia dei suoi doveri e dei suoi diritti. Chi del resto non vorrà sottostare alle deliberazioni della maggioranza, potrà fare come meglio crederà. Naturalmente, gli altri conserveranno lo stesso diritto; vale a dire nessuno potrà obbligarli di avere per compagno di lavoro a bordo di una nave una persona che, per cieco egoismo o per qualsiasi altra ragione, si rifiuti di apprestare il suo concorso per la redenzione economica, civile, morale di tutta la classe marinara.
«Del resto, non è giusto che chi la pensa diversamente debba essere boicottato o sbarcato con violenza, e perciò gli altri, cioè la maggioranza, per non usare violenza alla minoranza e per non andare in mare con persone di troppo diverso sentire, preferiranno sbarcare.
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