Pagina (135/173)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Riscontrata giusta la richiesta, Giulietti si rivolse inutilmente a tutte le nostre Autorità, sia a Genova che a Roma, per assicurare agli equipaggi di quelle due navi almeno la protezione della nostra bandiera in attesa di una sistemazione generale derivante dai trattati di pace.
      L'intervento della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare dispiacque molto in certi ambienti, dove era comodo far continuare l'esercizio di quelle due navi. Gl'interessati intascavano i noli e pagavano, per le spese d'esercizio, meno degli altri armatori. Sulle prime certe nostre autorità finsero di non capire e fecero del loro meglio per rimandare la soluzione; ma un simile atteggiamento non poteva essere tollerato dalla nostra Federazione, la quale – indipendentemente da ogni ideologia politica – sentiva il dovere di agire per mettere gli equipaggi di quelle navi al riparo da ogni sopraffazione, da qualsiasi abuso di potere, visto che nei porti non esisteva più alcuna autorità tutoria russa. Era un periodo burrascoso per il popolo russo, perchè il vecchio regime non funzionava più e non aveva quindi rappresentanti in paesi esteri. Il nuovo regime rivoluzionario, non essendo ancora riconosciuto dai governi borghesi, era pure senza rappresentanti nei porti esteri. In queste condizioni era più che mai indispensabile e doveroso lo intervento della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare. Le due navi si chiamavano Rodosto di Odessa e Soglasich di Mariupool.
      Dal giornale «Il Lavoratore del Mare» del primo maggio 1920 riportiamo:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare
di Giulio Tanini
Tipogr. Angassini Genova
1952 pagine 173

   





Giulietti Autorità Genova Roma Federazione Italiana Lavoratori Mare Federazione Federazione Italiana Lavoratori Mare Rodosto Odessa Soglasich Mariupool Lavoratore Mare