Per la realizzazione di questo disegno, i lavoratori del mare hanno dato la prova di essere maturi col dar vita, sviluppo e movimento alla loro Cooperativa «Garibaldi». Fu sintomatico che toccasse proprio ad essi in Italia l'onore e il piacere di potere agire in maniera fattiva in difesa della gigantesca cooperativa sociale che è la Repubblica dei Soviety. E per noi, che siamo un po' fatalistici, nel senso che crediamo nell'equilibrio di ogni cosa, sia spirituale che materiale, tale fatto ci rafforza nella credenza che il regime della redenzione dei lavoratori, come conseguenza naturale ed inevitabile del consolidamento della Repubblica Comunista Russa, sarà applicato fra non molto tempo anche in Italia.
Con questa convinzione nell'animo, in questo giorno di primo maggio sacro e solenne per le schiere lavoratrici, mandiamo un affettuoso e fraterno saluto a tutti i nostri compagni disseminati nei porti e nei mari del mondo».
Tutto ciò è scritto, ripeto, nel giornale federale del 1° maggio 1920.
Quelle navi poi sono partite sotto bandiera italiana, e perciò regolarizzate(6).
Cap. XXV.
SINTOMI DI UNA NUOVA ERA
Un avvenimento di tanto significato, si capisce che doveva suscitare scalpore: i giornali gettarono alte grida. – Vedete – dicevano, se avevamo ragione di dire che Giulietti è un uomo pericolosissimo; eccovene le prove documentate! A poco a poco costui sovvertirà la Patria; ci porterà via tutte le navi; le darà ai marinai, e noi.... moriremo di fame. Esagerati! Vittime di incoscienti timori, frutto di coscienze inquiete.
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