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      Spinelli, 1904, p. 21). Il bambino comprende prima il senso delle frasi che non quello delle parole. E anche lo scienziato d’altra parte si trova spesso nella condizione di far uso di frasi alle quali attribuisce un significato determinato e preciso e che pure sono composte di parole del cui senso egli non si preoccupa, ammettendo perfino che esse possano anche non averne affatto. Così, per esempio, il fisico può avere una chiarissima idea di ciò che intende di dire quando afferma che «due corpi hanno masse l’una doppia dell’altra», pur dichiarando oziosa, e anzi priva di senso, la domanda: che cosa sia la massa.
      (80) Così, per esempio, quando enuncio la seguente proposizione: «Se un fatto A è avvenuto prima del fatto B, e il fatto B è avvenuto prima del fatto C, allora anche il fatto A è avvenuto prima del fatto C», l’affermazione così enunciata è tale che non cesserebbe di essere vera se in essa al posto della parola prima sostituissi, in tutti i tre casi, la parola dopo, oppure la parola contemporaneamente. Io ho quindi enunciata una proprietà che è comune alle relazioni indicate da ciascuna di queste parole: proprietà di cui io posso quindi ricercare le conseguenze anche senza indicare o decidere di quale delle date relazioni io parli. Le mie conclusioni varranno allora per qualunque relazione per la quale la detta proprietà si verifichi. E se il linguaggio ordinario non mi mette a disposizione un nome abbastanza generale (cioè abbastanza privo di senso) per designarle tutte contemporaneamente, mi sarà lecito introdurlo e farne uso se e fino a quando ciò sia necessario od opportuno.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483