Num. XIII. In Piazza, essendosi dato ordine al Gigante(105) dell'Ammannato, non accade pensare a più; solo ricordare, che s'anticipi e che e' non manchino i suoi ornamenti o di stucco o di quel che e' possono essere; chè mancando di questi sarebbe errore, avendo a esser questa statua il più bello ornamento di quanti se n'è detti di sopra, per esser vero e stabile; e la loggia, che è necessario, rimarrà spedita.
Aggiugnerò in questo proposito, che uno potrebbe valersi delle statue fatte, così di marmo come di bronzo, dell'Ammannato, del Rossi, del Fiammingo, ec.
Num. XIV. Resta l'ultimo luogo, dove terminandosi e riposandosi tutto il corso di questa festa, pare ch'egli abbia a essere anche il fine e riposo di questa invenzione, e però, e per le ragioni dette di sopra, avevo disegnato che questo contenesse o fosse dedicato alla Quiete e alla SECURITÀ, ec., che par che così questa invenzione tutta e questo concetto si leghi tutto insieme, e conchiuda con grazia; e vi si potrebbe accomodare quel motto, che fu di tanta forza, che i Romani pigliandolo per augurio d'imperio eterno, formarono l'animo a stabilire Roma: OPTIME HIC MANEBIMUS.
Questa SECURITÀ o Quiete (come la vogliam chiamare) avrebbe a essere accompagnata da quelle cose che in un ben governato stato si reputano per parte di felicità, e sono come dire effetti delle Virtù nominate di sopra nell'arco antecedente, come è Pace, Abondanza, ec. E particolarmente ci metterei un'accompagnatura di due coppie, che sarebbe dar lume e adornar questo concetto: che sarebbe una la Fortuna abbracciata con la Virtù, che in effetto, checchè se ne scrivano molti, la buona fortuna non è mai senza virtù, e dove è virtù non manca mai la fortuna: l'altra sarebbe la Gloria con la Fatica, che darebbe bel vedere, e mostrerebbe la cagione e l'effetto insieme.
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