L'impresa di Governolo, quantunque propizia, riesciva dannosa; imperocchč allungava di molto la nostra linea d'operazione, e costringeva a tenere in quella borgata il nono e il decimo reggimento, che pure sarebbero stati di qualche aiuto nelle ulteriori battaglie.
Radetzky aveva riuniti 40,000 uomini con sč presso Verona; altri 30,000 li aveva occupati intorno a Venezia; pių che 20,000 gli aveva presso Legnago e dentro il forte di Mantova; un rinforzo di altri 20 mila scendeva allora il Tirolo. Egli pose in effetto lo antico disegno di Goito, promettendosi un migliore successo. Volle sfondare la nostra linea a Sona e a Sommacampagna attaccando prima Rivoli e la forte posizione della Corona. Il giorno 22, verso le quattro del mattino, una grossa colonna nemica, discesa dalle alture del monte Baldo, avviluppava il piccolo numero dei nostri, che da quell'ultimo luogo sosteneva con grande eroismo il combattimento per lo spazio di sei ore. Siccom'era periglioso e vano il resistere pių a lungo, operavasi con ordine la ritirata su Rivoli. Il maggiore Danesi accorreva in aiuto e col suo battaglione ingaggiava il fuoco coll'avanguardia, la quale perseguiva ed incalzava i compagni suoi che ripiegavano, ed avvedutosi che gli Austriaci cercavano di prenderlo a rovescio, raddoppiava il coraggio e l'ardire, e dalla difesa passava all'offesa, ponendo in fuga un corpo di Tirolesi. Alle tre, il generale di Sonnaz giungeva con un rinforzo di fanti e di artiglieria; la battaglia ricominciava con accanimento maggiore.
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