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      E questi cotali pareva che per pena e dolore grandissimo che sentivano, rodevano258 la terra; ed alcuna volta pareva che co' grandi pianti e guai, dolorosamente gridassono e diciessono: Perdona a noi miseri! abbi misericordia di noi! abbi misericordia di noi! Ma in quello luogo non era chi potesse avere di loro misericordia nè perdonanza259 in alcuno modo; e le demonia discorrevano tra loro e sopra a loro, percotendogli e tormentandogli continovamente con fragelli aspri e durissimi. Allora dicono le demonia al cavaliere: Questi tormenti che tu vedi, e' bisogna che tu provi e senti nel corpo tuo260, se tu non consentirai e crederai a' nostri consigli, cioè che tu non vogli più seguitare questo tuo viaggio e proponimento di volere andare più oltre. E se questo vorrai fare, cioè di tornare adietro, noi t'impromettiamo infino a ora, di rimenarti sano e salvo alla porta per la quale entrasti. Ma egli al tutto rifiutando ogni loro consiglio e promesse, subitamente le demonia lo pigliarono e gittarollo in terra, isforzandosi con furore di conficcarlo in terra, per lo modo ch'erano gli altri del campo. Ma lo cavaliere di Cristo ricorse a l'arme usate, e chiamato ch'ebbe quello pietoso nome di Gesù, incontanente fu difeso e liberato d'ogni pena e tormento che inverso di lui si sforzavano di fare e operare.261
      Del secondo campo degli uomini ch'erano divorati da' serpentie dragoni e gufi grandissimi di fuoco262.
      Partendosi adunque le demonia con grande ira da quello luogo, tiraro lo cavaliere co' molto furore ad un altro campo pieno di molta maggior miseria, che non era in quello detto di sopra.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Perdona Cristo Gesù