Invero sono molto rari i casi, in cui, esplorando l’elettricità in luoghi liberi, si trovi cotanto debole: ciò accade solamente in certi tempi coperti e calmi, e talvolta anche, sendo l’aria serena, nei giorni ed ore caldissime. Ma non è già raro, che manchino i segni all’indicata altezza di 6 o 7 piedi, facendo l’esperienza in luoghi meno aperti, come in fondo di angusta valle, appiè d’erta montagna, vicino ad alberi, a muraglie ec., ed è allora massimamente, che giova valersi della canna nel modo che si è descritto: giova specialmente, volendosi instituire le osservazioni alla finestra di una stanza, da cui colla mano sola difficilmente si riesce a mandar fuori quanto basta la cima fiammeggiante del conduttore. Dirò anzi che non si riesce neppur troppo bene con un bastone ordinario da viaggio, volendovene uno più lungo, una gran pertica, una canna da pescatore, o simile, acciò la vicinanza del muro non pregiudichi a segno di rendere per lo più impercettibile l’elettricità atmosferica.
Ora dovendosi adoperare cotal lunga canna, o pertica, l’incomodo di tenerla in mano per tutto quel tempo, sovente lungo, che vuol farsi durare l’esperienza, mi ha fatto pensare ad adattarla in una maniera, che sporgendo, come conviene, dalla finestra, rimanesse ferma da se, e acconciamente isolata.
La figura 3.ª rappresenta tutto l’apparato disposto per l’esperienza. ABC è un tavolino col suo piede, il quale può alzarsi più o meno tirando fuori il pezzo B e fissandolo colla vite o. Essendo il pezzo inferiore A alto circa 4 piedi, riducesi con poco il tavolino C all’altezza dell’occhio di chi osserva, e può ridursi comodamente a quella di 7 piedi, ed anche più, se occorre.
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