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Prima dell'assedio il sergente aveva sua stanza insieme alla compagnia nelle vicinanze di Campli, per difendere quella cittadina dai probabili assalti della guarnigione di Civitella. La ragazza volle sapere dal sergente tutto ciò, come pure il luogo preciso della sua dimora. Né questo di stare a difesa di Campli era vano timore ed inutile precauzione, poiché una volta la guarnigione di Civitella unitamente ad una turba di contadini e di briganti vi aveva trasportati i cannoni da campagna ed aveva saccheggiata Campli.
Era intanto passato più di un mese da quel giorno, Evangelina non vedeva più il sergente, ma la sua mente posava del continuo su lui. Una sera di ottobre, mentre il sole indorava le più alte cime dei monti, e l'ombre s'addensavano nelle valli, si udì ad un tratto una tromba di guerra. — Alla povera fanciulla sobbalza in petto il cuore a quel suono, pensa di rivedere il suo amico, quando invece arrivano i soldati del forte di Civitella, e fanno sosta alla sua cascina. Il comandante ordina si porti del vino: e mentre questo si distribuisce dalla graziosa ed avvenente forosetta, due uffiziali confabulano fra loro sottovoce, ma sì da essere intesi dalla fanciulla, non pensando essi che lei potesse dare importanza alle loro parole. |