Raffaele Petrilli
La Muta all'assedio di Civitella del Tronto nell'anno 1861


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     Si costruivano dei terrapieni, ed il sergente Angelo Provina, del genio, intendeva alla costruzione delle gallerie, mercé le quali si approssimava al coperto sotto le mura del forte e si tacevano delle mine. Vi era anche la intendenza militare, della quale facea parte il sig. Ferdinando Olivieri, che perciò è insignito d'una medaglia commemorativa.
     Il generale Mezzacapo era venuto dopo i primi di gennaio, e già a febbraio era tutto disposto per l'assalto.
     Si voleva sorprendere all'impensata i soldati del forte, epperò si costruivano delle scale con dei ganci, per attaccarle ai muri del forte dal versante meridionale, dove solo poteva essere accessibile la fortezza, giacché dal lato settentrionale non si aveva che nuda roccia inaccessibile, meno che ai camosci ed agli uccelli.
     Era un giorno caliginoso di febbraio quello stabilito per l'assalto, e tutto era mistero e silenzio, quando una donna, contrabbandiera, che bazzicava tra i soldati piemontesi, una donna girovaga insomma, che portava mercanzie, come tabacco, sigari, fazzoletti, e che di notte si avvicinava anche al forte, per vendere le sue cose, svelò tutto.
     Non so come trapelò la notizia, e corse dritta dritta ad avvertire, non vista, quei del forte, dicendo loro: — Questa notte avrete l'assalto.
     A tale notizia gli assediati si levarono in piè borghesi e soldati, quelli con accette ed altrettanti arnesi si piazzarono lungo la cinta, i gendarmi con granate a mano e con fucili pronti a difendersi ad un dato segnale, ed i cannonieri si postarono accanto ai loro cannoni. Era silenziosa quella notte, ed avresti inteso lo stormire di una foglia; quando una sentinella, alla quale parve sentire la parola — avanti — gridò: all'erta — tutti risposero con lo sparo degli archibugi, senza sapere dove dirigessero i colpi.