Dario Peruzy
Ricordanze patriottiche


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     Ma non s'era rinunciato a costituire il battaglione di Volontari. Garibaldi era entrato a Napoli, ma rimanevano da espugnare gli ultimi baluardi della Dinastia borbonica: Capua, Gaeta, Messina, Civitella del Tronto. Qua e là nelle antiche Provincie napoletane si andava stendendo la trama della reazione che diede da fare parecchio poi al Governo nazionale. D'altronde l'impresa garibaldina doveva finire proprio a Capua? Anche in Abruzzo era vagheggiato il bel sogno di farla finita di un colpo con tutte le tirannidi e proclamare dal Campidoglio Vittorio Emanuele Re d'Italia una, libera, indipendente. Armi ed armati non sarebbero dunque mai troppi.
     Antonio Tripoti formò il battaglione dei Cacciatori del Gran Sasso; (17) del quale rimase sempre il capo politico, dirò cosi perché il comando fu tenuto da un soldato savio ed esperto: il maggiore Luigi Falco che, con altri ufficiali, dalle truppe borboniche passò ai volontari.
     Il battaglione nacque d'incanto: — in pochi giorni era composto e partiva. Dei primi volontari offertisi quando Garibaldi era ancora in Sicilia non molti presero parte a questa partenza; tra gli appartenenti al ceto degli studenti e dei professionisti arruolati tra i Cacciatori del Gran Sasso non posso [fare] a meno di ricordare Pasquale Giordano, (18) carissimo compagno mio negli studi giuridici e che allora in poi volle trovarsi a tutte le imprese garibaldine e seguì Garibaldi a Mentana, lo seguì a Digione. Il ceto operaio ad ogni modo diede al battaglione teramano il maggiore contingente.

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(17) I Cacciatori del Gran Sasso fu una formazione di volontari abruzzesi creata l'8 settembre 1860 dal Governo prodittatoriale. Garibaldi la volle per organizzare l'insurrezione e reprimere il riaccendersi dei sentimenti borbonici, che sembravano manifestarsi. I partecipanti alla formazione, che fu sciolta a Caserta, è segnalata nella opera di Muzio Muzii, Teramo e l'impresa dei Mille, Chieti, Editoriale Trebi di Pescara, 1961, p. 175.

(18) Pasquale Giordano (1839-1883) Nato a Città S. Angelo (ma i genitori erano originari di Bisenti) partecipò alle campagne di Garibaldi del 1866, 1867 e 1870. Quest'ultima campagna si svolse in Francia, e Giordano insieme al fratello Emidio fu nell'Armata dei Vosgi, tra i pochissimi abruzzesi a prendervi parte. Di idee repubblicane nella vita civile fu impiegato nel Genio Civile (Cfr. Giovanni Di Leonardo – Maria Rita Bentivoglio, Garibaldini in Abruzzo (1860-1870) L'Abruzzo Ultra I, Media edizioni, 2002, p. 119).