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Alcuni giorni dopo, nello stesso punto, i Cacciatori del Gran Sasso vedevano il Gran Re, in divisa di guerra, in marcia, il padre della Patria... L'effetto di questa visione non si può descrivere ed io rinunzio a tentarlo. Ma ciascuno può immaginarlo... era come vedere trasformarsi in fatto reale, visibile e tangibile un sogno accarezzato, amato, goduto, dal quale non si vorrebbe svegliarsi mai.... ed il sogno era la costituzione di una patria grande, gloriosa, libera con un principe magnanimo, leale, prode, venuto incontro al popolo per soddisfarne le aspirazioni, per compierne i destini... Ed ai modesti Cacciatori del Gran Sasso toccava, tra i volontari del valoroso esercito meridionale, la sorte di essere i primi a salutare il Re d'Italia, presentati da Antonio Tripoti.
Uomo di media statura, bruno, dall'aspetto severo, sobrio di parola ma di un'operosità inesauribile, tempra di cospiratore e agitatore, a 19 anni Antonio Tripoti era costretto a prendere la via dell'esilio in cui visse lungamente, interrotto da brevi ritorni in Italia e da nuovi ed obbligati espatrii per sfuggire alle persecuzioni ed ai castighi della tirannide, Il 15 maggio era sulle barricate a Napoli: si salvò nascondendosi in una tomba. Emigrato, ebbe una seconda condanna in contumacia a 24 anni di ferri; ma il 2 luglio 1849 riapparve in Roma combattendo nelle schiere garibaldine. Caduta la Repubblica romana, si rifugia in Francia ed in Ispagna. Nel maggio del 1860 corre a Genova, chiamato da Bertani, che lo manda a Napoli a intendersi col partito rivoluzionario. La Costituzione di Francesco Due gli riapre le porte di Teramo. Antonio Tripoti ordina la guardia nazionale, istituisce il Governo provvisorio in nome di Vittorio Emanuele II, prepara l'arruolamento dei volontari, e mentre con Clemente De Cesaris si dirige a Chieti, è arrestato con lui a Pescara da un'orda di reazionarii; rinchiusi entrambi nella fortezza e condannati alla fucilazione. Così per la prima volta l'esperto cospiratore che per 32 anni aveva sfidato le ferocie di un Governo potente, rischiava di scontarne il fio mentre quel Governo precipitava disfatto. Ma anche questa volta la fortuna gli arrise. |