Dario Peruzy
Ricordanze patriottiche


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     I reazionari, informati della catastrofe che a Napoli aveva travolta la Dinastia borbonica e dell'avanzarsi del Re Liberatore, paurosi delle conseguenze a cui un'ulteriore resistenza li avrebbe esposti, accettarono la proposta di una capitolazione lucrosa. La fortezza si arrese; De Cesaris poté assumere il Governo della provincia di Chieti, Tripoti tornò a Teramo per gli ultimi allestimenti dei Cacciatori del Gran Sasso.
     Messo in marcia il battaglione, Antonio Tripoti andava e veniva, dividendo le sue cure tra la campagna militare e gli avvenimenti politici che seguiva come membro del Governo provvisorio a Teramo e tenendosi in continue relazioni con i Comitati di Napoli e di Abruzzo dirigenti il movimento. Ma fu col suo battaglione a Isernia ed ebbe — degno e grato guiderdone di un patriottismo fervido e costante — l'alto onore di presentarlo personalmente a Vittorio Emanuele II.

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     Eravamo a Rioniero. Il 18 ottobre 1860 giunse lassù il colonnello Materazzo, (21) che più tardi fu generale comandante la guardia nazionale di Napoli. Precedeva di alcune giornate il Re Vittorio Emanuele già in cammino attraverso gli Abruzzi e doveva raggiungere il campo di Garibaldi per annunziare all'Eroe il prossimo arrivo del principe Liberatore. Ma la via più diretta e breve era sbarrata dalla soldatesca raccolta a Isernia dal generale Scotti e le altre vie erano infestate da orde reazionarie che di quei luoghi avevano fatto base generale delle loro operazioni.

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(21) Francesco Materazzi.