XI
Ma ben presto altri dolori, e gravissimi, colpirono Bernardo, cioè le morti dentro un solo anno, del padre, della cognata e di un nipote. L'anno prima era stata inferma a morte la madre; e quando egli ce ne narrava i casi, diceva che in mezzo al grande dolore si sentiva felice di rendere alla madre parte di quelle cure, che ne aveva ricevute. Per quanto durò quella malattia, egli non riposò mai, e nelle stesse notti si sdraiava tutto vestito su un letto vicino alla camera dell'inferma; pose in atto tutte le nozioni che aveva acquistato di medicina, ammannì sempre con le sue mani le medele alla madre, sorvegliò tutte le più minute fasi della malattia, o ne fe' ragguaglio esattissimo ed intelligente ai medici, e se la diletta genitrice poté superare quel pericolo, il principal merito, dopo Dio, ne dové riferire al figliuolo.
Ma ahimè! il gaudio sentito nel vedere guarire la madre fu di breve durata! L'anno seguente, dopo un parto felice, infermò la cognata di Bernardo, la santa mamma mia. Non aveva che 24 anni, e per quanto io non l'abbia conosciuta, ella ebbe nome di angelo, e fu tale. La squisita bontà dell'animo, e l'ammirabile innocenza della vita, si rispecchiavano tutte nel volto bellissimo e soavissimo. Appena entrata in nostra casa, ella, fra tutti i suoi cognati, si strinse di maggior affetto a Bernardo, la cui anima gentile e delicata si affratellava meravigliosamente alla sua, e quindi le relazioni fra loro furono sempre improntate della più gentile simpatia. Lei inferma, Bernardo vegliolla come una sorella, ma pur troppo inutilmente, che né l'affetto né la scienza poterono salvarla. Morì da angelo qual visse, lasciando nel cuore di tutti un vuoto che mai fu riempito.
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