XII
Dopoché queste tre morti, seguitesi a così breve distanza fra loro, ebbero spenta ogni luce nella nostra famiglia, Bernardo, che tanto ne aveva sofferto, ricompose presto il suo volto alla consueta serenità; scordevole del suo, procurò le migliori consolazioni all'altrui dolore, adorò la volontà di Dio, si rassegnò ai costui voleri; dove altri cercava di trovare il castigo di Dio, egli vi trovò la misericordia; e dopo pagato il giusto tributo alla natura, tornò tranquillo alle consuete occupazioni; esaminò quali nuovi doveri gli imponesse la morte del padre, e si preparò ad adempirli scrupolosamente.
Questa forza-d'animo, in uno spirito così sensibile ed in un corpo così debole ed infermo, donde proveniva? Da una profonda, viva e vera religione, sostenuta da una rara innocenza di costumi e confortata da lunghe preghiere e da pratiche pie, giuste e senza esagerazione.
Di questa sua religione parlerò or ora, ma quando Bernardo dopo quelle morti girò intorno a sé lo sguardo, pei primi vide noi suoi nipoti, rimasti orfani di madre. Egli che aveva fuggito il matrimonio, come ho detto, non per fuggirne i pesi, ma perché credeva di non esservi chiamato da Dio, volle divenir padre pur rimanendo vergine; e fu questa una delle più belle sue virtù. Appresso, fece suoi figli tutti i poveri e derelitti; ma primi fra questi figli pose noi altri. Egli prese costante, assidua e penosa cura della nostra educazione, governò insieme il nostro fisico ed il nostro morale; e soprattutto badò che nei nostri animi tenerelli s'insinuassero l'amore della virtù ed il timore di Dio. Già ci predicava con l'esempio, con quell'esercizio esatto insieme e disinvolto di tutte lo virtù le più squisite; e tutti i suoi discorsi con noi, adattati secondo venivamo crescendo in età, erano una continua predica, un continuo insegnamento, un vero apostolato di dottrine e di precetti, sì morali che letterari, sì scientifici che religiosi.
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