Avevo un'orchestrina scelta tra buonissimi artisti del S. Carlo; ma volli per violoncello il mio maestro Gaetano Ciaudelli e feci nell'orchestra qualche altra mutazione. Lo istruttore de' cori fu Donadio, mio compagno di Collegio e Pinto violinista. La mia musica, cantata da Fraschini, da Coletti e dalla Fioretti, sembrava bellissima, e non avrei potuto desiderare una interpretazione migliore. Il successo fu grande di un pubblico sceltissimo, composto delle dame e de' signori della più eletta aristocrazia, degli artisti e degli uomini più noti, che allora nelle scienze, nelle lettere e nell'alto commercio illustravano Napoli. Anche il Conte ne fu assai contento e lieto, e mi dette il meritato compenso
Egli rimase a Napoli circa due mesi, festeggiatissimo.
Fu accolto come un figlio dalla sua protettrice, la Duchessa di Atri, D. Giulia Colonna di Stigliano e dalla figliuola di Lei, D. Amalia Acquaviva, moglie a D. Gioacchino Colonna, donna di altissimi sensi, di spiriti liberali e generosi, musicista, cultrice delle lettere e delle muse, una delle signore più amate, ricercate e stimate dalla società Napoletana della 2a metà del sec. XIX.
Di queste due gentildonne, e principalmente di Amalia, Braga parla con grande rispetto, con profonda gratitudine e commozione. Egli racconta:
Assestate le mie cose, salii in casa della signora Amalia Colonna; là trovai il mio caro Gioacchino, suo marito, e quantunque D. Amalia non avesse fino allora permesso ad alcuno di entrare nelle sue stanze, appena sentì che ero io, con fioca voce disse: 'Oh! Gaetanino nostro, fallo entrare subito'. Entrai, corsi vicino al suo letto e le baciai la mano. Ella mi baciò sulla fronte, ma quella bella donna (mi si strazia il cuore) non era che un cadavere! Non l'avrei più riconosciuta! Gli occhi incavati con una cornice nera, il volto coperto da mortale pallore. A Parigi, per il suo pudore, non volle farsi visitare dal celebre chirurgo Civial e sopportò con rassegnazione, ma con grande fortezza di animo, la malattia, che doveva portarla alla tomba! Intelligente, virtuosa, religiosissima, ma non bigotta, faceva versi, come la sua antenata Vittoria Colonna, ed era l'invidia delle sue aristocratiche compagne.
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