Alla prima rappresentazione vennero a congratularsi con me sulle scene Ernesto Legouvé, Gounod, Tamberlick, l'Alboni e tanti altri. Ma io non mi facevo illusioni. Capivo benissimo che quel soggetto non aveva altro merito che di far brillare il talento e la voce della Borghi-Mamo, e lo stesso Rossini, al quale feci udire la fine del secondo atto, scherzosamente mi disse: 'Come si vede che hai pensato alla bottega della voce di mezzo soprano!' Infatti la Borghi-Mamo faceva in quell'opera una figura grandiosissima; ma non lo capì; si scritturò per vari teatri d'Italia, ma mai la propose. E l'opera, non avendo mai trovato alcun mecenate o un editore musicale, come tanti altri artisti, che la portasse innanzi, rimase lì, e certo la mia carriera di compositore non se ne avvantaggiò".
Ed a proposito della rappresentazione della Mendicante, racconta questo altro aneddoto:
“Prima di provare l'orchestra, volli assicurarmi dell'andamento de' cori: al principio dell'opera avevo un coro di uomini; entro nella camera dei coristi e cominciai a sentire il primo coro. I coristi erano 50 e disposti in anfiteatro per linea. Alla 3a linea vi era un bel giovane con una figura molto distinta e alta. Vedevo che apriva grandemente la bocca e non ne faceva uscire alcun suono: per tre o quattro volte lo guardai fissamente ed egli se ne accorse e si slanciò verso di me, minaccioso, dicendo: 'Che vuoi? Ho capito che tu non hai inteso nessun suono: io ho una bella voce di basso, fra giorni scenderemo in orchestra, mi metterò espressamente in prima linea per farti udire la mia bella voce e saprò la parte meglio di te, che l'hai composta: sappi che non so nulla di musica, ma mi aiuterò con l'orecchio. Io mi sono scritturato per la fabbrica dell'appetito e mi è stato facile con questo impresario brasiliano, molto ricco, ma grande bestia'.
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