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Da quel momento mi sentii amico di quell'uomo, ammirando la sua grande intelligenza. Subito gli domandai: 'Di qual paese siete?'. 'Sono di Parma', mi rispose, 'per voi mi chiamo Manchi'. 'Ma come?'. 'Io tengo un'altra carta di visita che dò a quelli ai quali non voglio far conoscere che io sono un povero corista'. Subito lo invitai a pranzo: questo giovane, che mi rimase sempre affezionato e fedelissimo, per due mesi formò il mio divertimento e siamo stati sempre insieme. Un giorno passeggiavamo sul Boulevard des Italiens, quando passò una bella carrozza alla Dumond con un elegante cocchiere e due domestici in livrea, e nella carrozza la bellissima signora Romanelli, celeberrima allora a Parigi ed alla moda. Io, conoscendo la povertà del mio amico Manchi, gli dissi: 'Guarda quanto è bella quella donna!' Ed egli con un certo disprezzo: 'Ma che? non val niente'. 'Tu dici così perché non puoi arrivare sino a lei': ed egli di rimando: 'Che vuoi scommettere che fra dieci giorni sarà mia?'. Io arrabbiato gli risposi: 'Non fare il rodomonte'. Ed egli: 'Scommettiamo un pranzo al grande Restaurant di Parigi'. La scommessa fu accettata, ma da me perduta. Prima del tempo stabilito aveva conquistata completamente la Romanelli!". |