Braga a Milano. Fogazzaro – Morelli – Rovani
Mentre componeva il Mormile, Merelli, allora impresario della Scala in Milano, lo scritturò per quel teatro nella stagione del 1862 quale maestro di obbligo. Lavorando a Varenna, sua dimora prediletta, vi conobbe, tra molti altri milanesi, la famiglia dell'avvocato Giacomo Venieri, i fratelli Vigoni, Antonio ed Egidio Gavazzi, padre Nappi, de' Frati Bene Fratelli, uomo assai faceto, allegro e di buona compagnia, e la famiglia Fogazzaro, della quale il capo, Mariano, era uomo distintissimo, liberale, ed amante della musica, e il figliuolo Antonio coltivava con gran successo le lettere, e divenne poi celebre scrittore italiano e Senatore del Regno: Antonio fu congiunto al nostro Braga dalla più tenera e costante amicizia, fino alla morte. Del Fogazzaro Egli musicò quei deliziosi versi intitolati: La ricamatrice e in appresso la traduzione italiana di una romanza francese: Les trois Bouquets de Marguerite: il Fogazzaro, a sua volta, ritrasse maestrevolmente l'amico in quella suggestiva novella: Il maestro Chieco.
E la scrisse, secondo Egli stesso riferisce, dopo un suo fiasco in amore, del quale sempre ha taciuto! Conobbe pure in questo tempo intimamente Mazzucato, direttore del Conservatorio di Milano, e i suoi due preferiti allievi: Franco Faccio ed Arrigo Boito, che presentò e raccomandò con affettuosa lettera a Gioacchino Rossini: “Franco Faccio”, segue Braga, “morì giovane; Arrigo Boito, sventurato al principio della sua carriera musicale, felice e celebrato poi, fu autore di versi e di libretti, assai noti ed apprezzati. Boito sarebbe stato uno di quelli co' quali con gioia sarei divenuto intimo amico; l'ho tentato, ma ho fatto un gran fiasco: come la lumaca, egli si è ritirato nel suo guscio. M'illusi un giorno che io col mio violoncello e lui al pianoforte, potessimo fare molta musica di Bach, Corelli, Beethoven ed altri celebri maestri; ma fu un sogno!... Povero Braga! Gli lasciai qui a Milano, in casa sua, varie volte la mia carta di visita, ma egli mai mi restituì la sua. Quando venne a Parigi con Verdi per il Falstaff, gli scrissi una lettera per dirgli che desideravo vederlo, ed egli non mi rispose. È chiaro che non desiderava la mia amicizia. Mi dicono che sia un originale!".
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