Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Giunse il momento della rappresentazione del Mormile e questa ebbe luogo alla Scala; ma non ottenne che un semplice successo di stima. Ad onta dei torti che ebbe nello scrivere quella musica su quel libretto, come egli stesso ci fece sapere, molto valsero gl'intrighi e l'aspra guerra che il Fortis gli fece nel giornale il Pungolo, guerra che continuò senza posa, prima, durante e dopo la rappresentazione. Braga ne fu oltre ogni credere dolente ed oppresso. La Gazzetta Musicale ed altri giornali presero le difese di lui: Rovani, che prima si era mostrato ostile, gli divenne poi fervido e sincero amico: a Parigi lo presentò a Rossini e a Dumas figlio e fino alla morte visse con lui in intima e quotidiana amicizia e, in più circostanze, generosamente lo soccorse. Così ce lo dipinge:
     Rovani, uno dei migliori letterati italiani, fu vittima del suo ostinato rifiuto nel non voler seguire l'Imperatore Francesco Giuseppe nel suo viaggio attraverso i possessi italiani per darne la descrizione; perdette perciò l'ufficio, lo stipendio e il favore del Sovrano. Questo avvenimento gli fece cambiar vita. Passava tutti i giorni e tutte le notti nelle osterie, bevendo sempre, e ciò lo eccitava ad una rumorosa, strana e quasi pazzesca conversazione. Fino il suo vestire era strano, poiché aveva sempre un cappello lucidissimo e spesso lasciava vedere macchie di vino e disordine nel resto della sua acconciatura; sembrava una delle più belle figure aristocratiche, cadute nel più basso fondo della società. Un giorno, che stava in letto con febbre, il mio amico dott. Paolo Arpesani lo sgridò, perché gli aveva proibito l'assenzio e Rovani ne aveva una bottiglia sul suo tavolo di notte. Egli gli rispose: 'Perdonami, dottore, ma io ne beverò sempre per idealizzare questo fango di realtà che mi sovrasta'.