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E così, avvicinandosi il capo d'anno, la signora Pereire, che allora gareggiava per lusso e ricchezze con i Rothschild, volle dare un gran ballo in costume per inaugurare il suo nuovo palazzo e vivamente desiderò che Braga v'intervenisse. "Io le feci capire”, trascrivo dalle Memorie di lui, “che quantunque in quel tempo guadagnassi molto, non avrei avuto mezzi per farmi un costume. Mi ribatté che il costume me lo avrebbe pagato lei; ma un po' risentito io le risposi, che se fossi andato al suo ballo, il costume me lo sarei fatto senza il suo soccorso. Questa risposta le spiacque; senza più nulla dirmi, mi lasciò in collera. Dopo dieci minuti venne a visitarmi il mio amico Gustavo Dorè, anche lui intimo della Casa Pereire, che era già stato invitato al ballo insieme allo scultore Danton e ad Eugenio Delacroix. Gustavo Dorè veniva da me tutti i giorni, sperando di trovarvi Rossini, il quale facevami l'onore di visitarmi spesso, però non quando ero ammalato, perché la paura di contrarre malattia lo faceva scappare lontano dal suo più intimo amico. Con la mia spensieratezza di artista indipendente, raccontai subito a Dorè la storia della signora Pereire. Mi disse che avevo fatto male a ricusare, perché Egli contava su di me, volendo fare quattro bellissimi disegni di costumi delle quattro stagioni, asserendo che una quadriglia di quattro artisti conosciuti a Parigi, che sarebbero entrati insieme nel ballo, avrebbe prodotto un magnifico effetto. Sia per l'ambizione di trovarmi insieme con Eugenio Delacroix, Dorè e Danton, sia per la mia giovinezza, accettai". |