Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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Vicende varie, giudizi su Conservatori e maestri (1870).

     Intanto sopravvenne la guerra tra la Francia e la Prussia nel 1870 e la completa disfatta della Francia. Caduto l'impero e proclamata la Repubblica, Braga, che trovavasi a Milano, dové seriamente pensare a' casi suoi: teneva a Parigi il suo Stradivario, comprato a Londra a consiglio dell'amico Metrovic; violoncello famoso per la marca, pił famoso per i successi con esso ottenuti; fu perciņ obbligato a farsi prestare un violoncello per esercitarsi e guadagnarsi la vita, dando lezioni e concerti: subito ottenne di essere scritturato dalla Societą del quartetto, incoraggiato ed aiutato da' suoi due amici Antonio ed Egidio Gavazzi, ricchi e generosi signori di Milano. A Parigi non era possibile vivere e la sua posizione colą, non solo era scossa, ma poteva dirsi perduta. Ottenne, per opera del suo amico Klotz, di avere a Milano il suo violoncello, col quale dette un gran concerto vocale ed istrumentale in uno dei grandi saloni del palazzo Gavazzi, col concorso della Fricci. Il concerto ebbe un clamoroso successo di arte e di danaro; di sua parte Braga mise insieme 2800 lire. Il successo di Milano lo indusse a dare altri concerti a Bologna, a Firenze ed a Napoli.
     Per recarsi in questa ultima Cittą, scrisse a Domenico Morelli, il quale lo volle a casa sua e vi fu ricevuto dalla buona sua moglie Virginia e da' figliuoli con grande ed affettuosa cordialitą. A Napoli rivide il vecchio Collegio di S. Pietro a Majella, allora diretto da Lauro Rossi, e il celebre e nonagenario archivista Francesco Florimo, l'amico di Bellini. Ecco che cosa ne scrive Braga: