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“Zingarelli poté, con la sola tradizione antica e con la sua inarrivabile bontà, dare al mondo una plejade di sommi artisti. Purtroppo, l'arte e il Collegio di Napoli perdettero assai quando Zingarelli morì nel 1837. Al finire del 1840 Saverio Mercadante, allievo di Zingarelli, divenne direttore del Collegio. In quest'epoca io fui ammesso alle Scuole esterne, come altrove dissi. Mercadante, di S. Pietro a Majella non ebbe grande cura, si gettò nell'orbita di Meyerbeer e non seppe assumere una figura sua come compositore. E si che varie volte trovava degli effetti musicali nuovi, ma la forma e la condotta non erano corrette. Egli aveva poi un altro capitale difetto. Faceva eseguire dall'orchestra del nostro Collegio sempre musica sua; mentre sarebbe stato suo dovere di fare eseguire dagli alunni tutta la musica classica nostra e delle altre nazioni, e insieme le composizioni degli stessi alunni. Mercadante non comprendeva che solo se stesso; adorava quegli allievi che componevano sulla Sua falsa riga; mai lasciava libero un suo discepolo alla propria ispirazione, come faceva Zingarelli. Io non godevo molto le sue simpatie, perché facilmente mi sottraevo alla sua volontà. Sino alla morte ad altro non pensò che a comporre opere; in luogo di essere il custode di S. Pietro a Majella, mi si perdoni la cruda espressione, ne fu il guardiano: i giovani allievi ebbero ben poco a giovarsi ed a lodarsi di lui". (20) Abbiamo di sopra ricordata la lettera diretta da Braga a Florimo, nella quale espone il metodo tenuto dal Conti nel suo insegnamento. |