Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Il profumo di questo affetto e, diremo, di questa adorazione lo accompagnò dapertutto; in esso visse, in esso trovò la forza per lottare contro le difficoltà e le traversie della sua agitata vita, in esso il compenso alle ingratitudini ed alle amarezze: il piacere a lei, il far cosa a lei gradita, lo scrutarne i desiderii, il prevenirli con ogni più squisita delicatezza, formò per Braga il più costante pensiero. Non si possono leggere senza profondamente commuoversi alcuni gentili episodii, che questo figliuolo impareggiabile racconta: ne scegliamo il seguente, così grazioso nella sua semplicità.
     “A Giulianova, nella mia casetta al primo piano, e propriamente nella camera da letto della mia diletta Madre, c'era un pianoforte. Donna Sofia, figlia del Conte di Castellana D. Carlo Acquaviva, oggi maritata al Sig. Properzi, mi venne a vedere, e siccome suona benissimo il pianoforte, canta con bella ed armonica voce ed ha una vera anima di artista, la pregai di accompagnarmi in alcuni pezzi, che Ricordi mi aveva mandati, curioso di vedere quale effetto avrebbe fatto a quella intelligente Signorina il mio Preludio e In Barchetta. Ma, alla metà della Saltarella Abruzzese, sento nella strada un battere di piedi, che fortemente marcavano i tempi forti della mia musica. Cessai di suonare e corsi al balcone, che si apre sul corso e vedo giovani e giovanette che ballavano e mia madre da quel balcone, rossa in viso, che dirigeva le coppie, gridando a questa ed a quella: 'Ora a te, Grazia, ora a te, Splendora, ora a te, Maria'. Feci allora trasportare il pianoforte in istrada e col violoncello ripetemmo la saltarella tante e tante volte, sudando e ridendo, e non cessai che quando vidi quella cara mia vecchia madre che per le grida non aveva più voce. Oh! che bei tempi furono quelli!".