Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Contentissimo il Re, tutto gli promise: si fece dare un appuntamento in un giorno prossimo per conoscere il nostro Verdi, che trovavasi a Parigi per il Don Carlos, e volle conoscere anche me, violoncellista: il violoncello era l'istrumento prediletto di quel Re. Infatti Rossini, nello stesso giorno, venne a casa mia, perché non mancassi, e mi disse che anche Verdi sarebbe venuto, e così fu. Dopo che D. Luigi ebbe maltrattato il mio Stradivario, che aveva l'aria di un poverello, con rabbia io mi misi a suonare, accompagnato dallo stesso Rossini, quella sua bella melodia Une larme, a me dedicata, e di cui regalai l'autografo al Conservatorio Musicale di Napoli”. (29)
     Veramente il Re non disse che questo: 'Ma io ho pure uno Stradivario', ed io gli risposi anche: 'Il mio ne è uno: del resto, lo sentirà'. E Rossini stesso mi disse che non mi aveva mai udito suonare così bene. Dopo, D. Luigi prese il mio violoncello e pregando Verdi di accompagnargli Il balen del tuo sorriso, lo suonò e finì con una nota acuta, non adoperando il mignolo, cosa proibita nella diteggiatura del violoncello. Rossini col suo sorriso sardonico, gli disse: 'Bravo, Maestà! Si vede che siete un Re. Camminate dapertutto senza mai domandare il permesso a nessuno'. Rossini dopo pregò Verdi di accompagnarlo anche nel canto. Quantunque egli sapesse che il re conosceva la lingua italiana, ebbe l'ardire di dire a Verdi: 'Peppino, dagli il tasto che suona bene!' A me il Re fece molte amabilità e complimenti, fino a dirmi che se un giorno fossi andato a Lisbona, avrei trovato in lui un vero amico. Infatti a Lisbona fu meco gentilissimo

(29) Questa bella musica, come quella di Gounod: Pauvre Braga, nei loro originali autografi furono regalati dallo stesso Braga, per ricordo suo e de' due grandi artisti, all'archivio del Collegio Musicale di S. Pietro a Majella, come si vedrà in appresso dalla lettera dell'archivista del tempo Rocco Pagliara. Ma, per quante ricerche io abbia fatte in quello archivio e per quante ve ne abbia fatte l'attuale cortese Conservatore, il Ch. Sig. Ugo Gasperini, quei due preziosissimi cimelii non si sono trovati. E sommamente deplorevole che essi non sieno stati diligentemente catalogati e religiosamente custoditi, e voglio fermamente sperare che sieno andati confusi con altri autografi d'insigni maestri e che un giorno o l'altro torneranno alla luce. Ad onore del nostro Braga, io sarei stato felice di riprodurli in questo volume.