Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Un giorno si presentò da lui un genovese con un libro di teorie musicali e con la pretesa di volere con esso riformare tutta la musica. Rossini, dalle prime pagine, si accorse che quel povero uomo era un asino; ebbe paura di licenziarlo da casa sua, e gli disse: 'Mi duole che le mie occupazioni non mi permettano di leggere il vostro libro, ma v'indirizzerò ad un mio intimo amico, che gode tutta la mia fiducia'. Infatti lo diresse a me con una lettera, nella quale faceva gli elogi del libro e conchiudeva: 'Ricevilo come riceveresti me stesso'. Infatti, lo feci sedere vicino a me e con molta cortesia gli domandai qual servizio potevo rendergli. Egli allora mi espose la sua intenzione, volere cioè riformare tutta la musica, dividendola in varie parti, riforma che mai da nessun si era fatta: aver composto quel libro teorico nell'interesse e per la utilità dell'arte.
     Lo pregai di mostrarmi il libro, e dalla prima pagina cominciai a muovergli alcune obiezioni; ma vidi che egli mi rispondeva seccato, facendomi comprendere come io m'ingannassi. Persi la pazienza, mi alzai e lo accompagnai alla porta, pregandolo di andarsene perché aspettavo gente e non aveva tempo da perdere con lui. Quel brutto coso si mette il libro sotto il braccio, e, minacciandomi, se ne andò. Rientro nella mia camera, mi vesto e furibondo corro da Rossini, al quale dico: 'Come può essere che un Rossini mi raccomandi quell'asino?' Rossini si mette a ridere forte: 'L'hai cacciato?' 'Per Dio, se l'ho cacciato'. 'Lo sapevo bene, soggiunse, che il mio greco antico (così mi chiamava) gli avrebbe insegnato a riformare la musica, facendogli vedere la porta. Ed è perciò che te l'ho mandato'. Questo era l'uomo. Il sabato, quando il salotto era pieno di gente, io me ne stavo sempre vicino a lui nella stanza da pranzo per passare una serata deliziosa. Nessuno gli passava dinanzi che non burlasse con qualche frizzo; egli amava molto la mia compagnia, però, per la paura di ammalarsi, un giorno che lo feci tanto ridere fino a sentirsi male, mi disse: 'Oggi è martedì, lasciami riposare; e non venire qui fino a venerdì!'.