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Ho ancora nella memoria quel suo grosso dito indice che perennemente segnava la battuta nel suo ginocchio, senza mai tradirsi colla sua indifferenza. Un giorno, in una prova, il tenore Gardoni, nel Credo, in un passaggio enarmonico, leggendo un re diesis, che diventava si bemolle, ebbe la disgrazia di salire mezzo tono sopra, il che faceva un pessimo effetto, proprio in un assieme, e Rossini si rivolse al tenore ironicamente sorridendo e pronunziando: 'Bravo, Gardoni'. Io, furente, gridai: 'Che bravo, un corno!' e Rossini allora interruppe la esecuzione con le parole: 'Mesdames et Messieurs, recommencez, car M. Braga n'est pas content'. Un altro giorno fu assediato da amici suoi, che volevano presentargli una vecchia inglese, a lui molto antipatica; egli proibì di farla entrare in casa sua, ma quella inglese non si dette per vinta. Rossini non poteva dare un passo per Parigi senza vederla. Aveva un bel voltarle le spalle; l'inglese prendeva il suo lorgnon, che le pendeva al collo, e con scandalo de' presenti si metteva a contemplarlo. Egli, per ricordarsi della sua gioventù, mi conduceva spesso a passeggiare al Palais Royal, perché nel 1824 era il luogo più brillante di Parigi. |