Mariani a Bologna cominciava ad introdurre Wagner, e la Casa Lucca di Milano iniziava una guerra a morte contro la musica nostra. Dopo varii anni, Boito si ripresenta a quella stessa Scala che lo aveva fischiato col suo Mefistofele, e vi ottiene un grande e meritato successo, che diventa mondiale. Ora tutti gli danno addosso perché non scrive più musica; io no, perché ho molta stima di Boito ed ho la pretesa di vedere in quel robusto intelletto quello che gli altri non vedono. Come artista, ebbe forse ragione di scrivere il Mefistofele; come italiano, ne dubito. Anche egli confuse la forma con lo stile; anche egli dimenticò gli antichi precetti della Scuola napoletana e non pensò che l'amore della varietà avrebbe in poco tempo fatto accettare non solo Wagner, Berlioz, Schumann, ma le porcherie barbare di tutti i forestieri. Ora che le nostre orecchie sono contaminate da quegli accordi epilettici, come farà Boito a scrivere un'opera? Col suo grande acume vede che nella musica nostra, eccetto in Verdi, manca l'italianità.
Ma certo lavora, e lavora sempre, perché è un artista grande e coscienzioso: e penso che, non potendo dare forse un passo diverso nella strada che dal principio si è scelta, vedendone bene le grandi difficoltà, tace. Ad una coscienza artistica, il suo silenzio impone rispetto. Boito, come me, non accetta la schiavitù musicale degli italiani, che per correre dietro alla presente moda, si sono fatti scimmie degli stranieri, e principalmente di Wagner. L'arte deve molto a costui, ma i suoi pedissequi imitatori contribuiranno al decadimento della musica. Son certo che in una scena di passione umana, come nell'Aida e nelle altre di Verdi, nessuno potrà tacciare il maestro italiano di seguire Wagner, tanto questa passione umana è chiara e vera; mentre per la espressione di cose soprannaturali è necessario che nell'orchestra si avverta un calore approssimativo per sostituire quello che non si vede. Nell'Otello e nel Falstaff, l'orchestra assume una maggiore importanza che nelle altre opere di Verdi, ed ecco che il grosso pubblico ed i critici, che tutto sanno, dar subito addosso all'insigne Maestro ed accusarlo di aver seguito Wagner.
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