Ogni opera di arte ebbe sempre quel fondamentale profumo del proprio paese, adottato da tutti i popoli civili; quindi non bisogna confondere la forma con lo stile particolare di un capolavoro. Un italiano che conosce la musica, non ha bisogno di altre nazioni per comporre una tempesta. Si guardino i nostri padri che ne fecero delle bellissime; anche in quella disgraziata mia opera Caligola, ce n'è una da non disprezzare. Verdi, come Haydn, Mozart, Beethoven, Wagner, Cimarosa, Pergolesi, Scarlatti, Palestrina, Marcella, Carelli, Gluk, Bellini, Rossini e cento altri ebbero uno stile proprio"30.
“Il ciclo artistico di Verdi, che si chiude con l'Otello e col Falstaff, è glorioso per lui, per l'arte, per il mondo".
“Verdi, come uomo, fu pieno di dignità, di amor proprio, di equilibrio, di calma, benefico senza parere. Seppi da un suo segretario che egli generosamente soccorse a Genova il Maestro Petrella, ammalato e nella più squallida miseria, e non volle che gli fosse reso noto il nome del donatore. Eresse un Ospedale, dove nacque, a proprie spese, ma proibì al Municipio di dargli il nome suo; fondò un Ricovero a Milano per i vecchi artisti poveri e largamente lo dotò. Da quaranta anni che conosco Verdi, mai mi accorsi che egli si ribellasse contro le contrarietà della vita. Avendo visto quanto il baritono Faure e il soprano Sax furono cattivi ed ingiusti con lui nel D. Carlos, egli se ne tornò sdegnato in Italia, ma nulla disse o fece contro quegli artisti. Un giorno mi disse con dolore che nella Traviata aveva messa tutta l'anima sua; eppure non erano passati che pochi mesi dal solenne fiasco, che con quell'opera fece a Venezia! Ed aggiungeva: 'Forse mi sarò ingannato!' Eppure la Traviata piace tanto e piacerà sempre.
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