Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Non è nostro compito, e non ne avremmo la competenza, come purtroppo alcuni, senza averla, hanno fatto, dare un giudizio sulle opere teatrali di Gaetano Braga ed esprimere su di esse impressioni puramente subiettive, che potrebbero non rispondere, né a quelle degli altri, né a quelle della critica di persone tecniche, né alle esigenze dell'arte e al responso del pubblico. Solo vogliamo tener conto di quanto ne disse Egli stesso, che delle sue opere fu il migliore e più giusto ed imparziale giudice, dei principii a' quali informò l'arte sua, (39) e quanto ne dissero alcuni autorevoli critici dell'arte musicale, lasciando da parte i giudizi, o troppo lusinghieri e benevoli degli amici e degli ammiratori, o deliberatamente ed esageratamente contrari degli avversari, emuli ed invidiosi.
     Braga, principalmente melodista, originale ed ispirato, derivò le sue melodie dalle pure fonti italiane: devoto ammiratore di Rossini grande ma giudizioso innovatore dell'arte, al quale del resto attribuisce la colpa di aver trascurato, per la musica di teatro, tutti gli altri generi, e specialmente il genere sacro; entusiasta di Bellini, (40) e di Verdi, è innamorato dei vecchi Maestri: Palestrina, Pergolesi, Cimarosa, Paisiello, Zingarelli, “italianissimi tutti”, come si esprime, e di quei musicisti stranieri, come Mozart, Beethoven, Chopin, Bach, che derivarono l'arte loro dalle nostre sorgenti ed attinsero a' nostri grandi Maestri. Profondo conoscitore della scienza musicale italiana e straniera, e più della tedesca, avendola egli per oltre un anno studiata a Vienna, rispetta le altre Scuole, ma si sdegna se gli si tocca la musica italiana, “perché noi sentiamo la musica in un modo diverso dalle altre nazioni”.

(39) Afferma nelle sue Memorie, che egli compose per teatro molte opere; ma non ebbero fortuna; fece, come si esprime, un buco nell'acqua; non così nelle composizioni da camera, che giudica migliori e che incontrarono il favore del pubblico italiano e straniero: conchiude: “Si getteranno forse a mare le opere teatrali, (e in questo giudizio, sommamente severo, ebbe torto, perché le opere stesse racchiudono tante e cosi peregrine bellezze, che vivranno, se non sulla scena, certo per quanti hanno gusto ed amano la bellezza di quest'arte divina) ma resteranno le musiche per camera, le melodie e le composizioni per violoncello e pianoforte”.

(40) Mercadante salì a rinomanza imitando Rossini , come fece nell'Elisa e Claudio e in altre opere. Donizetti, genio assimilatore, al principio della sua carriera, fu Rossiniano felice, ma appena sorse Bellini, con suo grande onore si misurò col Catanese, e chi conosce quel bel trio di Anna Balena, si accorge subito che la celebre frase 'Fin dall'età più tenera' in sol minore è Belliniana”.