Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Ruy-Blas di Marchetti, preferito a quello di Braga che pur entusiasmarono il pubblico ed affollarono i teatri?
     Restano sulla scena solo quegli autori e quelle opere, in cui somma è la rispondenza tra il contenuto e la forma di espressione; nelle quali, come disse de Sanctis, la parola dà l'immagine, il suono il sentimento; che hanno una nota personale tale, da vincere non solo, ma da incatenare la fuggevole moda, ed imporsi a tutti i pubblici, perché esprimono in sommo grado le più dolci, universali e desiderate sensazioni, gli affetti più veri, squisiti, profondamente e perpetuamente durevoli dell'animo umano; affetti che non mutano in tutti i tempi ed in tutti i luoghi: il Barbiere di Siviglia di Rossini; la Norma e la Sonnambula di Bellini; l'Elisir d'Amore, la Lucia, la Favorita di Donizetti; il Trovatore, il Rigoletto, la Traviata, la Forza del Destino di Verdi; il Mefistofele di Boito, per tacere di alcuni altri capolavori italiani, anche di Maestri felicemente viventi, che rendono, appena annunziati, i teatri sempre pieni e servono come ancora di salvezza agl'impresari per rifarsi delle spese sostenute per altre musiche, alle quali si accorre, e non sempre in gran numero, per seguire la moda e per poter dire: Io ci fui!
     Certo; perché il dramma musicale raggiunga, con la perfezione, l'effetto e lo scopo desiderato, che i modernisti si propongono, è necessario il concorso di tutti gli elementi artistici, ma fusi in bella armonia fra di loro: poesia, orchestrazione, ricostituzione dell'ambiente, mimica... ma in modo che l'un elemento non sopraffaccia l'altro; e che non si vada a teatro solo per ammirare gli effetti della strumentazione o essere abbagliati da' giuochi di luce, dal meraviglioso scenario, dagli splendidi costumi, mentre la musica, la melodia, che dovrebbe assidersi Signora e sovrana dominatrice de' cuori, occupa quasi il posto di ancella, lasciata in disparte e quasi dimenticata!