Nell'epistolario, il primo posto spetta a Gioacchino Rossini. Come lo stesso Braga lasciò scritto, Egli, che visse in intima famigliarità con l'insigne Pesarese, possedeva di lui più di settanta lettere, donate poi a Biblioteche, Conservatori musicali ed amici, molto interessanti, anche per i giudizi artistici che contenevano. Di tanta dovizie restano oggi quattro lettere, da noi per la prima volta pubblicate nel 1883 nella citata opera, (pag. 71, 72, 73) e poi da altri riprodotte. Sono le seguenti:
Amico e Collega,
Ricevo la vostra senza data, cosa molto praticata da' maestri di musica, di uno stile Meternikiano, che molto mi aggarba. Bravo, signor Gaetano, affidatevi il meno che potete a' volanti fogli di carta; è questo il metodo più sicuro per non compromettersi.
Venite presto fra noi; gli amici vi desiderano; gli ammiratori lo anelano; le belle sospirano ed io vi abbraccio teneramente con 40 gradi di caldo.
D.S. Piacciavi dire cose affettuose per me a Tito Ricordi e date un amplesso con appoggiatura a Madama Lucca. (53)
Amico e collega carissimo,
Il Conte Pillet Will ha desiderato risentire la mia piccola messa nella sua splendida abitazione. Come puoi credere, malgrado la mia innata modestia, non ho potuto a meno di aderirvi: per la esecuzione di questo mio tenue lavoro avremo lo stesso personale dell'anno scorso. Tu che fosti uno de' miei simpatici pilastri (sebbene in apparenza semplice voltatore di pagine) devi essere de' nostri. Se le molte tue occupazioni te lo permettono, se accetti, eccoti l'ordine della prova e della esecuzione finale: giovedì 20 del corrente a due ore Rue Moncez, n° 12 prova antigenerale; domenica 23 alle ore 2 prova generale; lunedì 24 ore 8 1/2 l'esecuzione. Ho detto, ho detto, prendo fiato. Saluto il germano, (54) e piacciati credermi ognora il tuo ammiratore ed amico affezionato Rossini. C
(53)
Questa è una delle prime lettere dirette da Rossini a Braga, e perciò gli dà del Voi.
(54)
Giuseppe Braga, fratello di Gaetano, chiarissimo pianista e compositore, già ricordato.
Anche egli frequentò a Parigi la casa di Rossini, dal quale fu sempre accolto
con deferente benevolenza.
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