Pagina 142 di 160 |
Ogni dì questo si vede. Quei di Riva e quei di Alagna, Mentre il sol più alto fiede Tutta quanta la montagna, Mirar sorgere sul Rosa Una tenue nugoletta Bianca, immobile, pensosa. Di lassù, come in vedetta Par che guardi ad ogni vetta; Poi dilegua; e dalle spalle D'ogni monte — in ordin fiero Di fantastiche cavalle Ecco van le nubi. Un nero Nembo al sol passa davanti, Triste annotta l'emisfero. E un clamor d'acque croscianti, E un furor d'onde irruenti, Giù da' culmini giganti, Misto al lungo urlo de' venti, Par che annunzin prossimana L'anarchia degli elementi E l'imperio tuo, Satana. Poi di nuovo eccoci al bello! Ogni casa allegramente S'apre. In ogni paesello Per le vie riede la gente; E sui vertici minori Con la sua fronte nevosa, Tutta cinta di splendori, S'erge immenso il monte Rosa. La serenità gioconda Torna e ride in ogni cosa. Carezzevole e profonda Va la Sesia. Sfolgorante Gioghi e boschi il sole inonda Col desio d'un nuovo amante; Bacia i prati e in essi avviva Tutta l'anima fragrante. |