Tra le moltissime lettere di Fogazzaro, riproduciamo questa, scherzosa:
Carissimo amico,
Seppi le tue magagne a Roma dalla signorina Catullo, che ebbi la fortuna d'incontrare una sera al Costanzi. E da lei seppi che eri già vincitore di ogni perversa influenza. Sono poi anche venuto a sapere che qualche mese fa sei stato preso per lo Czar di tutte le Russie, tanto maestoso e formidabile apparivi dentro una pelle moscovita, enormemente più ricca della tua, la quale però resta sempre straordinariamente più cara tanto a te, quanto agli amici tuoi. Crepi la pelle dello Czar, se occorre, ma non crepi mai l'altra! Ho fatto l'ambasciata alla violinista; ma tu, Maestà, non hai scritto cosa deve comprare a quello stabilimento. Manda un altro ukase. Ricordami alla gentilissima signorina Myhus. Specialissimi saluti.
Tuo Fogazzaro
Eugenio Torelli-Viollier, direttore autorevolissimo del Corriere della Sera, gli fu affezionato e devoto, come rilevasi principalmente dalla seguente lettera:
Amico mio carissimo,
Grazie infinite della tua lettera amichevole ed amorevole. Tu resti sempre giovane, ma io, che invecchio, mi accorgo che in questo mondo tutto è vanitas vanitatum, eccetto gli amici veri e soprattutto gli antichi. La polemica col Fortis ha un doppio fondo, e cioè che già da un anno Oblieght mi aveva offerto il posto di Fortis, affermando di avere con lui un secondo contratto, pel quale si poteva licenziare a piacere, dandogli una indennità. L'esistenza, del resto, di questo secondo contratto è nota anche ad altri. Io rifiutai ripetutamente; ma immagina il mio risentimento quando mi vidi chiamare calunniatore per aver detto che Oblieght era padrone del giornale!
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