Pietro Terribili
Le Spoglie Mortali si debbono cremare o sotterrare?


Pagina 4 di 108       

%


Capitolo II
La cremazione è contraria a qualunque ordinamento sociale di popolo.
Discussione col senso intimo e con la sana logica dell'asserto.
Opinione dei più celebrati scrittori.

     Piano, piano.... — par che mi gridano voci di Sommi Scienziati di diverse idee. — Che cosa è mai questo argomento sulla combustione dei morti, svolto testè nel primo capitolo del vostro libro? Sappiate che la cremazione da qualsivoglia aspetto la si tratti, sia riguardo al sentimento morale, sia riguardo a quello civile, ripugna alla natura umana, poiché viene contradetta in ogni suo punto: è incivile, infame, barbara, antinaturale, inumana, antigienica, antiscientifica, antilegale, antidemocratica, antieconomica, antisociale,.... orribile. Che di più atroce?
     Il gran filosofo d'Ippona, il manicheo convertito, ed il grande di Damasco, l'uomo più feroce di un tempo, nonché gl'ingegni più elevati dopo il sapiente Aristotele ed il gran Socrate, ricordano severamente all'umanità il dovere, non di bruciare, ma di dare sepoltura in appositi luoghi ai morti. Al modo stabilito da questi due luminari del sapere, di collocare cioè i trapassati diligentemente sotterra, fanno eco altri sommi scienziati, benché liberi pensatori, ma non liberi cremazionisti, come ad es. il Verga, il Morselli, il Canestrini, il senatore Bucci, il Cornaia, i rinomatissimi professori Roncati di Bologna, il Regalia, il Grossi, il Valdamire, il Zanetti ed altri infiniti italiani di grande rinomanza nel grandioso campo dello scibile. Ed a questi aggiungiamo il distintissimo conte Besi, il da Pontedera, il Cara, il Tinti, il Garrucci, lo Scurati, il barone Rinno, l'Orfila, il bolognese barone Grabinski, il conte Boldù, il Rotella da Spoleto, il da Venezia, il de Martinis, il chimico Amati, il Martino, il filosofo Giovannini. il fecondo ed erudito cardinale Parocchi, il defunto con rimpianto universale cardinale Alimonda, arcivescovo in Torino, il valoroso avv. Conte Paganuzzi, il Soccardo, il Ronco, l'ing. Anelli, l'ammiratissimo dott. Gandolfi, professore di medicina forense in Palermo, il Matteucci, il conte prof. Edoardo Porro, i valenti dottori Pisani, Sergi e Ridolfi, il Marchi, il distinto pubblicista Steccanelli, il prof. Scarenzio di Pavia, i valenti chimici prof. Pavesi e Gabba, il Marangoni, il Casalis, il Rota, l'Amedei, l'illustre antropologo prof. Zoia, il Nicolai, il Ghirardi, il chiarissimo comm. de Rossi, l'ex ministro della P. I. Guido Baccelli, il simpatico scrittore de Gubernatis, il professore Pietro Sbarbaro, Felice Cavallotti, il valente pubblicista Vittorio Bersezio morto tempo dietro in Torino. Da ultimo ci piace anche riferire i giudizi di tre altri professori eminenti e voi o signori combustionisti dei morti dovete certo rispettarli. Il Mantegazza, nella Nuova Antologia così si esprime: «In fatto di cremazione io sono un codino, perché credo fermamente che i cimiteri sono calunniati: perché credo che il cinquanta per cento dei crematori fanatici inneggiano al rogo per essere creduti liberali od almeno progressisti, e perché è cosa facile aver l'aria di andare avanti, rifacendo la strada dei tempi passati e trapassati.» E il medesimo: — «Continuino i crematori a fare l'apostolato della bistecca umana, ma non ci mischino la scienza, né l'igiene, né la chimica che ci hanno proprio nulla a fare».