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Ma veniamo ancora alla considerazione di altre cose più care; poniamo uno sposo, che riesce a sopravvivere alla morte della dilettissima sua consorte, unicamente perché dì dolore non si muore, che tra un profluvio di strazianti lagrime ha stampato l'ultimo bacio sulla bianca fronte, che ha inghirlandato il caro capo di viole, di rose ed altri fiori, può dire ai bruciatori: inceneritela? Una sposa dilettissima che vedendosi portar via il corpo del suo giovane e benamato consorte, sente schiantarsi l'anima e tra i gemiti grida: Oh! sposo mio diletto, a rivederci in altra vita. Questa sposa diteci, vedrà volentieri le fiamme lambire, avvolgere, ridurre in cenere quel caro oggetto delle sue più affettuose premure? Immaginiamo ancora, sul bel fiore degli anni, il cadavere di una vezzosa fanciulla nel letto di morte; i ceri a profusione le ardono intorno, le innumerevoli ghirlande di fresche rose le circondano il capo. (10) Povero fiore, reciso sul nascere, ripetono tutti gli astanti con pietà. Le sue labbra paiono ancora atteggiate a riso, e sulla fronte di cera sembra ancora stendersi la calma verginale di una santa! Cara fanciulla, noi ci prostriamo inebbriati al celestiale profumo dei tuoi olezzanti gigli e della tua purità. Ma orrendo spettacolo!..... quella salma tanto bene accomodata in quella cameretta ardente, eccola sottratta da ruvida ed incosciente mano e condotta alla macchina crematoria. Un forno sta eretto là nel cimitero, tutto è disposto per l'incenerimento di quella povera e bella creatura. (10) Di fiori si cospargono i templi, gli edifizii pubblici, le strade, le piazze nei grandi avventi della vita dell'uomo. Di corone di fiori si cingono i capi dei sovrani, dei vincitori delle patrie battaglie, dei poeti e dei letterati. Di fragranti e splendidi fiori si adornano i sontuosi banchetti, e del pari con essi si profumano le stanze dei deliziosi e cari sposi, come a proposito dice il Lohengrin: |